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UN OLIO CHE DURA DECENNI



Città dell'Olio: Monte San Vito

Istituto: Dante Alighieri

Classi / Sezioni: II C

Referente / Insegnante: Antonella Angelillo/ Claudia Cavina

La mia Intervista

Titolo dell'Intervista:

UN OLIO CHE DURA DECENNI

Testo dell'intervista

L’esperta di olivicoltura ci rivela i suoi segreti
Venerdì 18 Marzo 2022, presso la nostra Scuola Media “Dante Alighieri” di Monte San Vito, abbiamo accolto l’esperta di olivicoltura, la Sig.ra Francesca Petrini. Prima di poterle porre alcune domande ci siamo preparati e documentanti sull’olivicoltura insieme alle nostre insegnanti.
Inizialmente le abbiamo posto alcune domande personali, la prima tra queste è stata: “perché ha deciso di dedicarsi alla raccolta di olive e alla successiva produzione dell’olio?” Lei ci ha risposto dicendo che nella sua famiglia la produzione dell’olio risale agli anni sessanta, quando suo nonno piantò le prime piante d’ulivo ed è da lì forse che le è iniziata la passione per l’olivicoltura. Ora il loro olio viene venduto in tutto il mondo e la sua famiglia è molto soddisfatta, perché quando avevano iniziato a produrre olio non c’era una cultura olivicola così sviluppata. Dopo questa esauriente risposta abbiamo proseguito domandandole: “Da quanto tempo vi si dedica?”. Ha affermato dicendo che ha iniziato quando aveva vent’anni, poi ha esclamato che per lei sono stati anni molto intensi, però è soddisfatta, perché rispetto a trenta anni fa ora tutti le riconoscono un olio di qualità e perché in ogni famiglia c’è almeno una bottiglia di olio extra vergine di oliva. Successivamente le abbiamo chiesto da chi viene aiutata in questa sua attività. Ha risposto dicendo che l’azienda è familiare, quindi, oltre ad avere dipendenti, ha la fortuna di avere anche suo fratello; lui si occupa della parte tecnica e produttiva, mentre lei si occupa della parte agronomica e della commercializzazione dell’olio. In seguito le abbiamo posto la seguente domanda: “l’olio che produce viene venduto tutto o quanto ne tiene per sé?”. Lei ci ha affermato che l’obiettivo è sempre quello di venderlo tutto, però tendono a tenerne anche per il consumo familiare. Durante la fase di documentazione abbiamo scoperto che esistono molte varietà di ulivi. Incuriositi, le abbiamo chiesto quante varietà di ulivi avesse. Grazie alla sua risposta abbiamo scoperto che lei e la sua famiglia possiedono sette varietà di olivi tipici della zona, cioè: la Raggia, il Frantoio, il Leccino, il Maurino, il Moraiolo, la Carboncella e la Rosciola. Dopodiché le abbiamo chiesto quanti anni avesse il suo albero più vecchio e lei ci ha raccontato che gli ulivi della sua famiglia sono piante secolari, con alcuni elementi che superano i 200 o anche i 300 anni. Poi le abbiamo domandato se un evento atmosferico le avesse mai danneggiato la raccolta e lei ci ha risposto di sì, perché l'olivo teme le gelate e qualche anno fa ce n'è stata una con conseguenze molto nocive per la produzione, infatti in casi del genere bisogna fare grandi potature, cioè dei tagli piuttosto decisi alla pianta, la quale riprenderà il suo vigore non prima di due o tre anni. Successivamente abbiamo posto questa domanda: “qual è stata, invece la raccolta migliore fino ad oggi?”. Lei con entusiasmo ci ha raccontato che la loro raccolta più fortunata è stata quella del 2017, ma molto interessante anche quella del 2021, soprattutto dal punto di vista della qualità. Poi la Signora Petrini ci ha parlato del procedimento utilizzato da lei per la raccolta delle olive, che prevede l'utilizzo di pettini pneumatici, cioè delle aste con in fondo dei pettini automatizzati, precisando che queste aste vengono tenute manualmente. Nella nostra classe alcuni praticano la raccolta delle olive, così abbiamo scoperto i vari metodi utilizzati. Alcuni usufruiscono di uno strumento chiamato rastrello per far cadere le olive su una rete sdraiata a terra, altri applicano il metodo meccanico, che consiste nello scuotere l'albero facendo cadere le olive dentro una rete. Un'altra grande curiosità l'abbiamo risolta grazie a questa domanda: “Quanti parassiti rischiano di rovinare i raccolti e in quale periodo dell'anno proliferano?”. Abbiamo così scoperto che l'insetto più pericoloso è la mosca olearia, capace di scavare un buco nelle olive e depositarci le sue uova, così che poi quelle olive non possono essere più raccolte. Questo insetto è presente tutto l'anno, ma in modo particolare con temperature primaverili che non superino i 32° o 33° gradi, anche quando c'è molta umidità. Non a caso gli uliveti sorgono prevalentemente in collina, proprio perchè l’ambiente è più asciutto. Una delle domande più curiose riguardanti l’olivicoltura è stata: quante varietà di olive esistono in Italia? L'esperta di olivicoltura ci ha detto che l’Italia è il paese con più varietà di ulivi al mondo e questo significa che abbiamo una biodiversità da mantenere e salvaguardare; “la scienza dice che sono presenti 533 tipi di olive in tutta Italia”. Essendo la sua fattoria molto rinomata, le abbiamo chiesto se poteva dirci quanti litri d’olio produceva all’anno. Lei ci ha detto che la produzione dell’olio dipende sempre da come va la raccolta e da quante olive ci sono, “mediamente riusciamo a produrre sui 200 quintali di olio all’anno”. In un centro di raccolta di olive uno strumento fondamentale per la produzione dell’olio è il frantoio, quindi le abbiamo posto la domanda: “che tipo di frantoio è il suo?". Ci ha risposto che il suo frantoio è a 3 fasi: “abbiamo il sistema tradizionale delle morazze (ruote di granito che schiacciano le olive), per l’estrazione dell’olio usiamo un decanter centrifugo che prima separa i 3 elementi che si trovano all’interno dell’oliva (osso, acqua e polpa)”. Successivamente, abbiamo domandato, essendo interessati, quando è avvenuto il passaggio dal frantoio tradizionale a quello aziendale. Francesca ha risposto che loro hanno già iniziato con il sistema moderno, quello tradizionale non lo hanno mai utilizzato a causa dell’assenza di igiene e la poca qualità. Volevamo anche sapere che differenza ci fosse tra l’olio prodotto nel frantoio tradizionale e quello prodotto nel frantoio aziendale. L’esperta ci ha detto che il sistema tradizionale si basa sui fiscoli a pressione eseguito all’aria aperta con rischio di ossidazione e poco igiene. Mentre quello moderno presenta una lavorazione all’interno evitando contatti con aria e batteri. Come ultima domanda di questa intervista le abbiamo chiesto che metodo usa per riutilizzare le materie prime impiegate nella produzione dell’olio. Lei ci ha risposto che gli scarti di lavorazione, acqua e osso (triturato e fatto diventare sansa) vengono riutilizzati come concime e questo si presta ad un concetto di economia circolare. Questa intervista ci è stata molto utile per capire meglio l’importanza di essere olivicoltore. Gli ulivi, oltre a produrre olio sono molto importanti anche dal punto di vista vitale…come tutti gli alberi distribuiscono ossigeno nell’atmosfera, utile per la nostra sopravvivenza, assorbono anche più anidride carbonica di quanta ne emettono, dunque è importante coltivare molti ulivi! Noi italiani consumiamo più olio rispetto a quello che produciamo ogni giorno, quindi tendiamo ad importarne in grandi quantità dall’estero. Se ne coltivassimo di più potremmo evitare l’inquinamento dovuto al trasporto da grandi distanze.