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La cura del suolo nella coltivazione dell’olivo.



Città dell'Olio: San Felice del Benaco (BS)

Istituto: Istituto Comprensivo Valtenesi plesso di San Felice d/B

Classi / Sezioni: 1^H

Referente / Insegnante: Referente Anna Roberti/Anna Roberti

La mia Intervista

Titolo dell'Intervista:

La cura del suolo nella coltivazione dell'olivo.

Testo dell'intervista

Venerdì 18 marzo, accompagnati dalle professoresse Facchinetti e Roberti, ci siamo recati a piedi a visitare l'oliveto dell'Azienda Agricola Borghese Cavazza a San Felice del Benaco. Ilona, la proprietaria, ci ha accompagnati nel campo in cui Andrea, il loro agricoltore di fiducia, stava potando gli olivi.
Quando ci ha visto arrivare ci è venuto incontro e ci siamo seduti tutti in semicerchio nell'oliveto e abbiamo iniziato l'intervista.
Gli abbiamo chiesto: " Qual è la funzione dei batteri e dei funghi nel terreno in cui crescono i vostri olivi?" Andrea ci ha raccontato che i microrganismi contenuti nel suolo sono moltissimi, in un metro quadrato di terra ne possiamo trovare miliardi di miliardi. Alcuni possono danneggiare le piante altri invece le aiutano, per esempio, alcuni batteri trasformano l'azoto e lo rendono disponibile per le piante e in cambio ne ricevono alcuni zuccheri; "Si dà e si riceve". Questa forma di contaminazione tra i batteri e le piante è una strategia di vita che si chiama simbiosi. Oltre a questi batteri che rendono disponibile l'azoto per le piante ci sono funghi e batteri molto importanti che sgretolano i minerali presenti nel terreno e altri che lo rendono fertile, cioè nutrono il terreno e di conseguenza le piante che vi crescono degradando la sostanza organica presente sul suolo come per esempio le foglie e i rami. Quando un organismo muore sul terreno viene decomposto e portato al suolo, per questo non si vedono organismi morti che si accumulano sul terreno. Grazie alla presenza dell'humus, che profuma anche di bosco, i primi venti, trenta centimetri del suolo sono i più fertili e aiutano a nutrire le piante. Le piante sono organismi autotrofi e vivono grazie alla luce del sole con cui producono attraverso la fotosintesi gli zuccheri, il loro nutrimento e in questo sono uniche.
Andrea ci ha spiegato anche che le radici sono la parte più importante della pianta, sono il suo "cervello", esse si ramificano nel terreno e servono per assorbire acqua e sali minerali. Alcuni batteri inoltre comunicano tra loro emettendo sostanze o segnali attraverso le radici. Esistono alberi madre che possono nutrire gli alberi figli, anche molto lontani, se questi sono deboli o stanno per morire inviando il nutrimento tramite le radici. Per esempio, se una giraffa comincia a mangiare le foglie di una pianta, quest'ultima per proteggersi emana un cattivo odore che si estende anche per cento metri e costringe la giraffa ad allontanarsi.
Dopo averci spiegato come i funghi e i batteri rendono fertile il terreno, con Andrea, ci siamo spostati dove tenevano un grande cumulo di compost e ci ha spiegato che non nutrono il loro uliveto con fertilizzanti esterni ma con l'humus prodotto da loro, un concentrato di sostanze nutritive per le piante che producono attraverso il compostaggio ovvero, utilizzando i residui di potatura dell'olivo, resti di tronchi e foglie che vengono decomposti grazie ai decompositori (batteri, funghi, lombrichi, insetti e microrganismi) poi mescolano il tutto con lo sterco dei loro cavalli. Andrea ci ha raccontato che l'humus, per crearsi fuori dal bosco, ci mette circa due anni invece, con l'umidità del bosco, l'humus impiega molto meno a formarsi. I diversi agenti atmosferici possono aiutare o peggiorare il processo di formazione dell'humus. La pioggia, per esempio, bagnando il cumulo di compost accorcia il processo di formazione e Andrea ha detto che in inverno lo mescola per aiutarlo a migliorare invece, in estate, il calore del sole brucia gli animali e i microrganismi presenti nello strato più superficiale quindi non può più mescolarlo perchè se no brucia gli altri organismi presenti sul fondo.
Terminata la spiegazione di Andrea con Ilona e le professoresse siamo andati a visitare un meraviglioso bosco che dall'Azienda Agricola ci portava lungo la strada per tornare a scuola. L'ingresso al bosco offriva una magnifica vista. Si poteva osservare il lago di Garda, la Rocca di Manerba e, in lontananza l'isola dei Conigli. Il bosco presentava una varietà di alberi tutti diversi e tutti spogli perché l'autunno aveva fatto cadere le foglie che verranno usate per nutrire il terreno. Prima di andare via ci siamo seduti sul suolo con Ilona che ci ha insegnato ad ascoltare i suoni del bosco. Ci siamo divertiti e abbiamo imparato come coltivare in maniera sostenibile.