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Dalla Grecia ad Andora: le stagioni dell’olivo



Città dell'Olio: ANDORA

Istituto: ISTITUTO SECONDARIO DI PRIMO GRADO "B. CROCE"

Classi / Sezioni: PRIME SEZIONI A-B-C

Referente / Insegnante: MALAVETAS AMELIA

La mia Intervista

Titolo dell'Intervista:

Dalla Grecia ad Andora: le stagioni dell'olivo

Testo dell'intervista

Come ninfe nei boschi, i ragazzi delle prime classi dell'Istituto Secondario “Benedetto Croce” di Andora si sono avventurati tra gli ulivi per scoprirne segreti e curiosità.
Un viaggio nelle tradizioni locali che li ha portati da una cappella del milleseicento a un terreno che li ha fatti completamente immergere nella natura e nella pace che si percepisce solo stando vicini agli ulivi, dai tempi dell’antica Grecia, quando Zeus preferì il simbolo della pace, donato da Atena, al cavallo di Poseidone, simbolo di potenza.
Intervistare un esperto ulivicoltore è il mezzo per la partecipazione al concorso “BimbOil”, per questa ragione è stato scelto un andorese “D.O.C”.
Gli alunni sono stati coinvolti in più discipline, affrontando molti argomenti: la sostenibilità in educazione civica, la struttura dell'ulivo in scienze, la frangitura in tecnologia, i miti, l’articolo di giornale e l'intervista in italiano.
Finalmente sono arrivati sul campo dove il gentilissimo signor Marco Giordano ha dato loro una dimostrazione su ciò che accade dalla primavera al giorno di Natale, in cui tradizionalmente l’olio nuovo è in tavola.
Ecco il risultato della rielaborazione degli appunti.
Primavera: concimazione. Azioni: pulire il terreno con decespugliatore e togliere i polloni con il gancio e la motosega.
Estate: fioritura. Azioni: combattere i parassiti con cartelli attentivi e caolino.
Autunno: raccolta. Azioni: raccogliere i frutti con reti e battitore.
Dopo la disposizione delle reti da parte dei novelli agricoltori, è iniziata l’intervista.
L’ulivicoltura si può definire ecosostenibile?
Sì, perché rispetta la natura in tutte le fasi della coltivazione, ad esempio non usiamo fitofarmaci.
Aumentare la coltivazione di ulivi potrebbe ridurre l’inquinamento dell’aria?
Sì, se piantassimo più alberi dove ci sono terreni incolti avremmo più ossigeno.
Quanto terreno occorre per ciascuna pianta?
Occorrono circa 30 metri quadrati per pianta; più spazio corrisponde a più luce e miglior crescita.
Di quanta acqua ha bisogno una pianta di ulivo?
Poca, l’ulivo vive bene anche in terreni aridi.
È ancora possibile utilizzare l’acqua del lavaggio delle olive come fonte di energia?
No. Un tempo l’acqua veniva utilizzata nei frantoi per frangere, per azionare le macine.
Come si può ridurre l’impatto ambientale e la perdita di acqua utilizzata per la coltivazione?
Qui non c’è un impianto di irrigazione; molti uliveti in Liguria occupano terrazzamenti quindi è difficile portare l’acqua. Il modo migliore per risparmiarla è l’irrigazione a goccia, da preferire a quella a pioggia perché se ne consuma solo la quantità necessaria.
Ricorrete alla fertirrigazione?
Sì, in questo periodo, se dobbiamo concimare, guardiamo il meteo. Se è prevista pioggia, i contadini distribuiscono il concime intorno alla pianta; la pioggia consente la fertirrigazione.
La potatura è annuale? Cosa si può ricavare?
È un’azione utile per rinforzare la pianta, ma per non stressarla si fa ogni quattro-cinque anni; annualmente si tolgono i polloni; dagli scarti si ricavano legna da ardere e pellet.
Si possono utilizzare metodi per non stressare le piante e il terreno?
Sì, stando attenti a non fare potature radicali durante un periodo troppo freddo o troppo caldo, ma in mesi primaverili.
Come si combattono i parassiti?
Con il caolino (roccia sedimentaria utilizzata anche per la fabbricazione delle porcellane e delle ceramiche) un prodotto naturale a base di argilla che viene spruzzata per proteggere le piante; vengono inoltre usati dei cartelli attentivi impregnati di ferormoni che attirano i parassiti.
Quali sono i mesi migliori per raccogliere le olive?
I mesi migliori sono ottobre, novembre e dicembre. Molto dipende dal terreno, se prende il sole tutto il giorno cioè “al domestico” la maturazione avviene prima, nell’altro terreno in cui batte meno il sole “al selvatico” la maturazione è più lenta. Sul mare, a Rollo, la raccolta è precoce, se l’uliveto è in alto la maturazione è più lenta.
Quale metodo di raccolta utilizza lei e perché?
Raccogliamo con i battitori e le reti, è il metodo più semplice. Esistono dei trattori che scuotono gli alberi, ma la nostra conformazione del terreno non ne consente l’uso.
Lo scuotitore elettrico e tutti gli strumenti utilizzati per l’olivicoltura inquinano l’ambiente? La raccolta manuale quali vantaggi ha? Voi la preferite?
Lo scuotitore funziona a batteria, non inquina; il problema sarà piuttosto in futuro lo smaltimento della batteria. La raccolta con strumenti meccanici in generale stressa la pianta, a differenza di quella manuale che garantisce un prodotto di ottima qualità.
Quanto rende mediamente un chilo di olive?
Uno o due ettogrammi di olio, dipende dal livello di maturazione: più l’oliva è matura e più rende, se poi c’è stato un periodo di piogge la resa diminuisce perché l’oliva è piena di acqua.
Un tempo alcuni contadini le lasciavano asciugare, però la qualità e il sapore dell’olio venivano meno.
Da cosa si riconosce la qualità dell’oliva?
Deve essere integra, non colpita dalla mosca. La taggiasca ha la caratteristica di non maturare contemporaneamente, quindi a novembre si possono vedere olive verdi e altre più scure.
Esistono olive nocive?
No.
Perché la produzione della taggiasca predomina rispetto alle altre?
Perché qui esiste da centinaia di anni, la ‘cultivar’ taggiasca è tipica della riviera di ponente dal confine a Savona. Si pensa che siano stati i monaci di Taggia ad averla importata nel nostro territorio. Si riconosce anche dal portamento pendulo dei rami più sottili.
L’olio va bene per la conservazione degli alimenti?
Sì, ad esempio per il tonno, le acciughe, le verdure…
Cosa si può ottenere dalla lavorazione delle olive?
L’olio, il patè, le olive in salamoia e anche generi non alimentari come sapone e altri cosmetici.
Lo scarto solido della frangitura (macinatura nel frantoio) è utilizzabile?
Sì, viene prodotta la ‘sansa’ (residuo della spremitura delle olive usato per ulteriore estrazione di olio e per l’alimentazione del bestiame) utilizzata per il riscaldamento.
Tra i metodi di biocoltivazione, voi riutilizzate la sansa?
La sansa viene utilizzata come combustibile.
Voi rifornite con prodotti di scarto qualche azienda che produce bioplastiche?
Noi no, perché siamo piccoli produttori, ma il frantoio al quale ci rivolgiamo probabilmente sì, data la necessità oggi di riciclare quanto più possibile.
Per il confezionamento dell’olio usate materiale plastico?
Le lattine sono in alluminio, l’unica parte in plastica è il tappo, che comunque è riciclabile. Un tempo le olive venivano conservate in vasi di vetro, oggi si trovano anche in buste di plastica sottovuoto, tuttavia anche questa plastica è riutilizzabile.
Cosa si può fare con l’olio non adatto all’uso alimentare? Si possono ottenere prodotti come lo shampoo aromatizzati con olio di oliva? Voi fornite la materia prima a qualche azienda di cosmetici?
Si possono ottenere prodotti cosmetici a base di olio di oliva, ma non è il nostro caso in quanto siamo piccoli produttori. Probabilmente il frantoio ha contatti con aziende di cosmetica.



Quanti posti di lavoro può creare questo settore?
Noi siamo piccoli produttori, qui lavoriamo in due o tre persone, però va considerato l’indotto: chi opera nel frantoio e gli addetti alla vendita, nonché le aziende dei concimi, delle reti e degli attrezzi.
L’olivicoltore utilizza dei pannelli solari per ricavare energia rinnovabile?
Noi non utilizziamo pannelli solari.
Dopo aver risposto alle ultime domande, gli allievi delle tre classi hanno fotografato gli attrezzi specifici dell’ulivicoltura e la flora spontanea dell’ambiente circostante, come le borragini, usate anche alla sera, dalla mamma di Fabiola, per produrre i famosi ravioli liguri.
Gioie di questo lavoro: imparare, passare del tempo all’aria aperta con gli amici, non indossare la mascherina ed essere consapevoli che la sostenibilità è un valore importante perché tutela anche le generazioni future. Così, come gli antichi greci, i ragazzi di Andora hanno fatto esperienza del dono di Atena, infatti nell’uliveto del Signor Giordano hanno concluso l’attività gustando un’antica merenda con pane e olio prodotto proprio da quegli alberi sotto i quali hanno soddisfatto le loro curiosità.
ISTITUTO SECONDARIO DI PRIMO GRADO “B.CROCE”- ANDORA
ALUNNI DELLE CLASSI PRIME SEZIONI A- B- C
DOCENTI
LETTERE - EDUCAZIONE CIVICA: CARRER ROBERTA, MALAVETAS AMELIA, OLIVO MARIO
SCIENZE: BABALAU IRINA, KODHELI NATASHA, POLITO GABRIELLA
TECNOLOGIA: FAMOSO JOSHUA, MOLLI ELISABETTA